Nel 1975, lungo il porto canale di Cervia, borgo storico di marinai e lupi di mare, dove fino a poco prima brulicava il mercato all’ingrosso del pesce, nacque il Circolo Pescatori la Pantofla. Tanto per restare in tema, la pantofla era la calzatura tipica dei pescatori locali. Il circolo era perlopiù frequentato da gente di mare. Volti abbrustoliti, rughe scavate dalla salsedine. Una sorta di luogo di socializzazione, di famiglia allargata. Ci si ritrovava per sorseggiare qualcosa, intrecciare partite a carte, tirare di sigari e sigarette, tessere racconti di barche, reti e pesci. Non ci voleva molta fantasia per immaginare un ristorante dove proprio il pesce fosse il re della tavola. E infatti pochi anni dopo, da una brulicante cucina incominciarono a uscire odorosi, succulenti piatti. Erano le antiche ricette delle famiglie dei pescatori locali riportate a nuova vita. Non per nulla la finalità del Circolo era proprio quella di valorizzare storia e cultura della marineria cervese. Oggi come un tempo, il menu varia in base al pescato e alla fantasia dei cuochi: insalata di seppie, brodetto alla cervese, spaghetti al ragù di alici, maccheroncini vongole e canocchie, lumachini in salsa piccante, polpette di pesce, fritto misto. Alla Pantofla si è accolti dalla veranda con un paio di murales a tema marino. Segue la sala ricreativa dove si gioca a carte in un’atmosfera da Festival dell’Unità dei tempi andati. L’adiacente ristorante invece ha le pareti zeppe di trapozal. Sono i pezzi di legno dei barconi portati a riva alle burrasche. È anche il nome del gruppo musicale, I Trapozal dla Pantofla, che inondano di note il locale, magari davanti ai fumi di una rustida (grigliata) di pesce azzurro. Se arrivate alla Pantofla a inizio anno chiedete il calendario storico. Ci sono foto d’epoca della pesca alternate a storiche ricette della gastronomia marinara. Suona amaro sfogliarlo. La marineria non esiste quasi più oramai. I pescatori usano solo reti da posta. Però ci sono i”cozzari” che coltivano preziosi mitili. Per testarne la qualità, chiedete un piatto di cozze di Cervia Dop alla marinara.
Cervia, la Pantofla
Testo e foto di Paolo Simoncelli
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