A Osimo i palazzi delle antiche, aristocratiche famiglie nascondono una spettacolare città ipogea. Anche le chiese. Si può dire che a ogni tempio corrisponde una grotta ipogea: un luogo sacro in superficie e un luogo sacro sotterraneo Misteriose grotte e cunicoli si sviluppano per una lunghezza di nove chilometri, alte due metri e mezzo e larghe un metro e quaranta, ricche di simboli e figure scolpiti nella friabile arenaria locale, il “sabbione”. Le teorie sono diverse: gallerie scavati dagli osimani come rifugio in tempi di guerre, condotti idrici che rifornivano cisterne, pozzi e fontane, remoti luoghi di culto, abitazioni ipogee, percorsi iniziatici di Templari o Cavalieri di Malta, un tempo assai attive in città. Palazzo Campana è uno di questi, pieno di storia, frequentato nei secoli da generazioni di seminaristi, futuri papi, politici e letterati. Il misterioso palazzo, nasconde nelle fondamenta due corridoi a forma di elle, lunghi una trentina di metri, uno più largo, uno più stretto, dalla planimetria a doppio pettine, cioè con nicchie che si fronteggiano in modo speculare. Illuminate da fioche luci appaiono inquietanti figure, a decine. Osservano dalle pareti, dai più oscuri pertugi, sulle volte, ad altezza d’uomo. L’atmosfera evoca i bassorilievi raffiguranti frati e religiosi raffigurati a grandezza naturale, uno sicuramente San Francesco mentre riceve le stimmate, nella grotta del Cantinone, sotto il santuario di S. Giuseppe da Copertino e i sotterranei di palazzo Simonetti, dedalo di cunicoli con croci di malta e bassorilievi che confluiscono in una sala dalla possente colonna centrale. Nulla però regge il confronto col campionario di figure esoteriche, mostri e personaggi mitologici, a volte terrificanti di Palazzo Campana, molti dei quali ripresi dalla “Nuova Ecologia”, l’opera seicentesca del perugino Cesare Ripa, un agghiacciante campionario di allegorie su vizi, passioni, arti e virtù del mondo. Tra le tante figure una donna con due teste, una scena di caccia, un uomo barbuto, un serpente, una fanciulla nuda su un carro trascinato da due fauni.
Osimo, la città ipogea
Testo e foto di Paolo Simoncelli
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