Spettacoli e Pupi


Testo e foto di Enrico Caracciolo | Articolo pubblicato il 19/09/2025

La città che cambia attraverso evoluzioni e involuzioni, tradizioni e innovazioni è ben raccontata da Mimmo Cuticchio puparo di grande importanza che ha recitato nel Padrino III di Coppola e nel recente Terraferma di Crialese. Lui ha rotto col padre tradizionalista per far si che anche l’Opera dei Pupi si evolvesse e non rimanesse inchiodata a una realtà siciliana che non c’è più. Prima i cunti e gli spettacoli dei pupi erano per la gente comune un modo per conoscere le storie, gli avvenimenti, la geografia. E non solo. Le storie dei pupi erano un linguaggio che aiutava la gente semplice, magari non istruita a riconoscere i sentimenti come l’amore, la paura, la solitudine, la rabbia e l’affetto. Lo spettacolo dell’Opera dei Pupi era un appuntamento fisso per grandi e piccini, e si basava su tante puntate-episodi quanto durano oggi le soap opera; poi con l’avvento della televisione l’interesse delle persone ha virato verso l’animazione e la spettacolarizzazione del tubo catodico e i pupi sono rimasti inchiodati a spettacoli occasionali. Giacomo Cuticchio, padre di Mimmo, non avrebbe mai cambiato i cardini della tradizione; il figlio invece ha intuito che anche i pupi avrebbero potuto interpretare i tempi e così ha “inventato” spettacoli unici.



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