Ogni tanto transita per il centro storico di Cosenza un veicolo sovradimensionato, fuori misura per questi spazi. A bordo c’è un personaggio in abito rinascimentale. Parla, declama a una piccola folla con voce squillante. Che ci fa un autobus turistico scoperto come a Londra e a Roma nel cuore di Cosenza vecchia? È la macchina del tempo, la zucca magica di William Gatto. Travestito da Bernardino Telesio, celebre filosofo-naturalista cosentino, il saggio e colto cantastorie racconta aneddoti e segreti della città e del territorio. È il depositario di mirabolanti, straordinarie storie, fuori dallo spazio, lontano nel tempo. Organizza spettacoli teatrali itineranti e viaggi emozionali tematici, anche di notte. L’ora migliore per profanare il sudario del mistero. Era per esempio nell’oscurità, alla luce degli astri, che nel 1588, Tommaso Campanella, il frate filosofo di Stilo, usciva furtivo dal convento dei Domenicani. Avvolto nel saio incontrava Abraham, l’ebreo negromante che lo introdusse alla magia. Il trasformismo di William è straordinario. A volte diventa Gioacchino da Fiore, altre Giangiurgolo, la maschera calabrese della commedia dell’arte. Appare nel castello svevo travestito da Federico II, evoca Brettia, la mitica fondatrice di Cosenza oppure salpa dal porto di Cetraro a bordo del caicco turco Lunas, insieme al pirata Barbarossa. William Gatto, il cantastorie, ha sette vite... come i gatti.
Cosenza, William il cantastorie
Testo e foto di Paolo Simoncelli
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