Canta Chiara Vigo, tesse il lungo filo d’oro lucente, ruota il fuso per attorcigliare la “seta del mare”, dipana la matassa d’alga e la pulisce da sabbia e conchiglie, carda il bioccolo cotonoso e immerge il pregiato bisso nel “formulario”, un’infusione segreta di erbe e minerali, che ha ricevuto dalla nonna, tramandata per via orale di maestro in maestro, sempre per discendenza matrilineare. Canta in antico dialetto sardo, con cadenze da ninnananna e vocalizzi da preghiera, sussurrando un magico rituale per sbiondire questo mitico filo dell’acqua, che rappresenta l’anima dell’uomo e il suo legame con il mare. È il “giuramento dell’acqua”, che a 12 anni l’ha legata al suo destino di tessitrice del bisso, una via di mezzo tra una sacerdotessa, una vestale e una Jana (strega dei boschi o fata in sardo). A produrre con amore e pazienza una fibra tanto preziosa da non poter essere venduta, ma solo donata. “Perché il filo non è mio - racconta Chiara nel suo Museo-Laboratorio a Sant’Antioco - è dell’acqua, che non appartiene a nessuno, ma è patrimonio di tutti”. Tutti gli arazzi di Chiara sono donati alle “donne del mondo” ed esposti nei più famosi musei e chiese, dal Louvre al British Museum, da San Pietro a San Francesco d’Assisi o indossati da grandi personalità religiose, come il Papa o il Dalai Lama. Sembra fossero di bisso gli abiti di Salomone descritti nella Bibbia e il famoso Vello d’Oro di Giasone. Ne parlano Aristotele e anche Julius Verne. Di seta marina è presumibilmente il Volto Santo di Manoppello, “il Velo della Veronica”. Sembra quindi che la lavorazione del bisso sia millenaria, forse addirittura nuragica. Secondo la leggenda fu Berenice di Cilicia, nobile ebrea, amante dell’imperatore romano Tito a portare la magica arte in Sardegna. Chiara è probabilmente l’ultimo maestro esistente al mondo a conoscere i segreti per il trattamento della fibra prodotta dalla Pinna nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo (in via di estinzione in tutta Europa, protetto con regole ferree), che, nella laguna dell’isola, ha la colonia più numerosa del Mare Nostrum. Nel 2005 la sua arte è stata dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Al Museo del Bisso a Sant'Antioco si svela la storia millenaria del filo d’oro della Pinna nobilis
Scritto il 26/07/2024
Testo e foto di Federica Botta e Alessandro De Rossi
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