Portovenere, Palmaria, Tino. Un itinerario sull’acqua a bordo di un kayak.
Nato povero pescatore e analfabeta Baciccio do Tin, grande navigatore e poi pirata fu catturato dai Turchi, venne nominato corsaro da Napoleone che gli offrì il principato dello scoglietto. La minuscola Isola del Tino, antica Tynos Major (solo 0,13 kmq) è un crogiolo di storia, miti e reperti. Il corsaro Baciccio, non fu certo il primo a sceglierla come dimora: ben 1200 anni prima, il martire San Venerio vi fece naufragio e si ritirò in eremitaggio. La leggenda vuole che accendesse grandi fuochi per guidare i naviganti, diventando il patrono dei fanalisti d’Italia. Secondo il mito inventò la vela latina per salvare i naufraghi dalle tempeste. Cappelle, chiostri e absidi furono eretti per ossequiare la sua sepoltura, oggi affascinanti rovine ricoperte di vegetazione. La Palmaria, appena più grande, è “l’isola del tesoro”: grotte con resti neolitici, forti ottocenteschi demilitarizzati dedicati all’educazione ambientale, un “filone” di marmo nero dai riflessi d’oro che esiste solo qui, una vegetazione esclusiva di Fiordaliso di Portovenere (Centaurea veneris), fitti cespugli di Ampelodesma - arbusto dei climi aridi, originario dell’Atlante marocchino e della costa mauritana - e due coppie di falco pellegrino nidificanti. Sullo scoglio del Tinetto, giusto per non essere da meno, sembra esistere una lucertola muraiola endemica (Podarcis muralis tinettoi) differente da tutte le altre. A Portovenere, vale la pena di conoscere Nelson, l'ultima sula...
PERCORSO
Discesa in kayak solo dalla spiaggia artificiale delle Terrazze di Portovenere, (oppure calata del Fezzano o delle Grazie, circa un miglio in più, parcheggio non vicinissimo). La spiaggia del Pozzale è sul lato più esterno dell’isola Palmaria (quasi due miglia da Punta della Castagna, ingresso della baia). La Chiesa di San Pietro, si raggiunge circumnavigando tutta l’isola, doppiando Capo di Dante, sino al canale di ingresso sul lato opposto (spiagge di Cala Secca). L’isola del Tino dista dal Pozzale poco meno di un miglio, ma è interamente vietata allo sbarco, tranne nel periodo di festeggiamenti del Santo. Il periplo della Palmaria e del Tino è di circa 4+2 miglia.
HIGHLIGHTS
L’oro nero del Golfo - I “muscolai” cioè allevamenti di mitili di Portovenere, Palmaria e della Diga Foranea sono gestiti dalla Cooperativa Mitilicoltori Spezzini. Negli ultimi anni, si è attivato un progetto per creare una filiera certificata plastic-free per le cozze. È possibile visitare l’impianto o acquistare il prodotto direttamente allo Stabulatore di Santa Teresa.
Draghi e tarantole - San Venerio sconfisse un pericoloso mostro marino che popolava le acque del golfo, ma un “drago” ancora si nasconde tra le pietre del Tino, solo che è talmente piccolo che è molto difficile vederlo: il cosiddetto tarantolino (Euleptes europeae), un simpatico geco col musetto da dinosauro, il più minuto della famiglia, appena 6-8 cm da adulto, raro in tutto il resto del territorio ligure, è stato segnalato come “popolazione relitta” sull’isola.
SCHEDA TECNICA
Punto di partenza e arrivo: spiaggia delle Terrazze, Portovenere; Durata: una giornata.
Note: Attenzione a rispettare i numerosi divieti di sbarco militari. Nelle spiagge di Portovenere non è permesso l’accesso nemmeno ai mezzi a pagaia.