L’Oro Nero del golfo: i muscoli sostenibili di La Spezia



Con il petrolio non ha nulla a che vedere, anziché inquinare le acque contribuisce alla loro purificazione: il “muscolo”, cioè la cozza volgarmente detta, è una delle ricchezze del Golfo dei Poeti, oggi valorizzata da un progetto di sviluppo sostenibile. Gli allevamenti o “vigne del mare” furono iniziati alla fine dell’Ottocento, da alcuni biologi locali e da un allevatore del sud, tanto che ancora oggi gli attrezzi mantengono nomi dialettali pugliesi o napoletani. In primavera si raccoglie “il seme” rilasciato in acqua dalle colonie adulte di mitili su corde intrecciate lasciate nei “muscolai”, quindi si innesca il piccolo grappolo sulle “restie” o “pergole”, cioè trecce di rete tirate dalla superficie ai fondali, appese alle “ventie”, corde stese da un palo all’altro o appese a galleggianti. Periodicamente, mentre il frutto ingrossa, è necessario cambiare il sacco intrecciato che lo contiene. I “muscolai” di Portovenere, Palmaria e della Diga Foranea sono gestiti dalla Cooperativa Miticoltori Spezzini, che riporta tutto il prodotto allo Stabulatore di Santa Teresa, dove i muscoli vengono purificati in acqua ozonata. Negli ultimi anni, la Cooperativa ha messo in piedi un progetto per sostituire la plastica delle retine con bioplastica di mais e per riciclare il PET delle restie per fare plastica riciclata. È possibile visitare l’impianto o acquistare il prodotto direttamente allo Stabulatore.



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