Il Nuovo e l’Antico. Percorso misto in auto e a piedi.
Felci e liane ricadono sulle pareti della piccola gola, una folta vegetazione oscura il cielo, fiori lilla e blu macchiano il muschio delle strade antiche. Poche le indicazioni per raggiungere le concerie medievali e arabe di Noto Antica e questo accresce il fascino della scoperta e la grandiosità di quanto resta. Un silenzio antico tre secoli di oblio ammanta le rovine archeologiche, appena increspato dal mormorio del ruscello che, dal X secolo, muoveva mulini, pale e marchingegni; alimentava concerie per la pelle, forge per i metalli, laboratori per la ceramica, presse, opifici e filande per il panno di lana d’orbace romana e per la seta dei saraceni. La “civitas ingeniosa” di Ferdinando il Cattolico fu abitata sin dall’Età del Bronzo, potente alleata di Roma durante le Guerre Puniche e municipium sotto l’Impero. “L’Illustre” raggiunse l’apice con gli Arabi, che costruirono imponenti fortificazioni, coltivarono gli agrumi, svilupparono l’industria della conciatura e della seta. I Normanni, costruirono chiese, gli Aragonesi, nel 1341 codificarono una delle più antiche leggi scritte. Sino all’11 gennaio 1693, quando un immane terremoto rase al suolo la città: 20.000 vittime su 26.000 abitanti. La civitas fu abbandonata per ricostruire la nuova Noto “perfetta città Barocca”, simbolo e modello in tutta la Sicilia. Elegante ed esuberante, fiorita e libera nelle forme, pur nel disegno generale di un progetto unitario, dichiarata oggi Patrimonio dell’Unesco e capitale del Barocco siciliano. Eppure, nonostante l’assenza quasi totale di scavi, restano innumerevoli vestigia della sua magnificenza e dell’antico splendore, da esplorare come moderni Indiana Jones.
PERCORSO
Dopo la visita di Noto nuova, capitale del Barocco, si imbocca la Strada provinciale per Palazzolo Acreide. Raggiunto l’eremo di San Corrado di Fuori le Mura. Guadagnando velocemente quota, si trova il bivio per Noto Antica, ben indicato, superando il convento barocco di Nostra Signora della Scala. In breve si arriva al parcheggio superiore di Noto Antica e all’ingresso del Parco dell’Alveria, da Porta della Montagna. Si cammina poi sulla strada sterrata e sui sentieri per cercare il Palazzo Reale, il Palazzo Landolina di Belludia, la Cava Carosello e la Grotta delle Cento Bocche.
HIGHLIGHTS
Paolino Uccello, la multiguida - Non solo archeologia e storia, trekking e esplorazioni, leggende e realtà, ma anche botanica, storia del folklore e fitoalimurgia. Una visita con Paolino Uccello è sempre più di quello che sembra.
SCHEDA TECNICA
Punto di Partenza: Noto; Punto di Arrivo: Noto Antica e Parco dell’Alveria; Lunghezza: 16,5 km; Dislivello: 470 m; Durata: una giornata per la visita ad entrambe le città.
Note: ci sono poche indicazioni per visitare le rovine di Noto Antica, ma poche possibilità di perdersi: le antiche concerie sono lungo il fiume, l’ingresso e l’uscita sono in alto. Farsi accompagnare da una guida, permette di godere al meglio della visita e di scovare gli angoli più nascosti dell’antica città ellenica.
MAPPA