A Melissa, si sa, c’erano le streghe. Vivevano, e dicono, qualcuna vive ancora, nelle vecchie case scavate nella roccia, nella parte alta del paese. Facevano strani riti. Si vedevano di notte svolazzare da un posto all’altro. Antonietta Bossa però, non è una strega, se non altro perché abita nella parte bassa di Melissa, a buona distanze dal misterioso grumo di strade del centro storico. Però manipola ingredienti, alcun stranissimi, come formule magiche. Non compra nulla. Fa tutto lei, in un ambiente che evoca l’antro del Mago Merlino. Mescola olio, soda caustica, detersivo in polvere, lascia solidificare e dalla sera alla mattina il sapone casalingo è pronto. “A volte metto menta oppure arancia grattugiata”. Le olive le prepara con acqua, sale, calce bianca in polvere e cenere, seguendo un’antica ricetta. La cenere serve ad addolcire la calce che a sua volta elimina il gusto amarognolo delle olive. Anche la cenere viene da qui, prelevata al sabato dal forno dove esce fragrante pane di grano duro. Antonietta fa anche il formaggio caprino, pecorino, ricotta, e la sardella, i neonati della sarda che miscela con pepe rosso, sale, origano e finocchietto selvatico. I mazzi di origano che penzolano dal soffitto, invece, vengono dai terreni coltivati di famiglia o li va a raccogliere il cognato Domenico nei boschi. Lui però, soprattutto, accudisce con amore le api di dieci arnie. E loro in cambio danno un miele straordinario d’acacia e millefiori.
Melissa, nell’antro di Antonietta
Testo e foto di Paolo Simoncelli
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