Strano a dirsi, ma il prodotto tipico più esportato nel mondo di Zoldo, piccola valle incastonata tra il Monte Civetta e il Monte Pelmo, nelle Dolomiti venete è… il gelato. Una tradizione che rimanda indietro alla fine dell’Ottocento, quando i primi zoldani emigrarono a Vienna, Venezia e Francoforte, portando con loro l’arte di preparare il rinfrescante dolce al cucchiaio. Dopo la seconda guerra mondiale più di sessanta famiglie del comprensorio si spostavano ogni estate in nord Europa a fare i gelatieri. La piccola valle non ha prove per rivendicare la paternità della creazione, ma è certo che gli elementi per l’invenzione di un prodotto sublime e genuino c’erano e ci sono tutti: latte fresco, panna e uova. In più i valligiani avevano l’abitudine di lavorare i latticini con macchine mantecatrici (come per fare il burro) e la disponibilità di ghiaccio anche in piena estate. Non è quindi così strano, in una settimana bianca tra Alleghe e Selva di Cadore, staccare gli sci ed entrare con gli scarponi ai piedi in una accogliente gelateria in stile baita, per una coppa di vaniglia al posto del classico bombardino. Come Al Soler, una della più antiche gelaterie zoldane, appartenente alla famiglia Piva da tre generazioni, dove si può assaggiare il gelato di latte intero a km 0, nei gusti più comuni, ma anche in alcune specialità con i frutti degli orti locali, come melograno, melette selvatiche, mirtilli e zucca.
Gelateria Al Soler
Testo e foto di Federica Botta e Alessandro De Rossi
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