Mulin di Bucchio, la scatola della memoria


Testo e foto di Paolo Simoncelli

A ridosso dell’Arno, che qui è solo un ruscello, Molin di Bucchio, tra i più antichi del Casentino, è immerso nella pace dal XIII secolo. Fino a pochi anni fa nelle acque cristalline ci sguazzava tutto il santo giorno Spillo, il cane storico di Carla e Claudio, i proprietari. Luogo idilliaco. Silenzio, pace. Il mondo brulica lontano. Unica mondanità: versi d’animali annacquati dal torpore. Quel che scrisse più di 100 anni fa Antonio Beltramelli è scolpito sulla pietra: “Ci avvicinammo…al mulino si macinava…distinguemmo le piccolissime seggette dove siedon le donne e fioriscono garofani rossi. In quella tranquillità serena, Mulin di Bucchio ci piacque”. Della evocativa struttura in pietra appartenuta ai Conti Guidi dove macinavano grano e castagne per fare la farina, sono ancora intatti i vetusti macchinari. Hanno tirato la carretta per sette secoli, soprattutto l’ammuffito ritrecine: i grandi “cucchiai” di legno captavano l’acqua e le macine giravano. Tutto fermo dagli anni ‘60, quando andò in pensione Pietro Bucchi detto Pietrone il filosofo, lo zio di Claudio, l’ultimo barbuto mugnaio, faccione e anima da eremita. Il mulino è una sorta di scatola di memorie. Al piano superiore si trovano il vecchio forno in pietra e la cucina ottocentesca, col camino, il tavolaccio massiccio, le sedie di paglia. È qui che Carla allunga bruschette inondate d’olio novello, sale e pomodori dell’orto. Legato all’Eco Museo del Casentino, il mulino ospita reperti della civiltà contadina, per esempio gli scarponi dalla tomaia zigrinata che servivano a sgusciare le castagne dal riccio o il vecchio registro della macinatura con su scritto le date, i nomi di chi portava il grano e la quantità di farina. “Viene ancora gente”, dice Carla, “a cercare le proprie radici”. Una sola data non compare, 13 aprile 1944. Il giorno dell’eccidio nessuno si recò al mulino di Bucchio. Una divisione tedesca comandata da Kasselring seminò il terrore a Vallucciole. Furono trucidate 109 persone, anche donne e bambini. Il piccolo Viviano, tre mesi, fu preso a calci fino alla morte.



#consigli #buonanotte #toscana #MolinDiBucchio #Casentino #CulturaRurale #EcoMuseoCasentino #StoriaContadina #AnticoMulino #MemorieDiToscana #PatrimonioStorico #Arno