Piasco, dove l’Arpa nacque 




Il suono sgorga tintinnante e melodioso. È la magia dell’arpa: un “pezzo di legno” e corde di budello, capace di suonare praticamente da solo. Un sapiente incastro di oltre 10.000 pezzi lavorati, intarsiati, decorati, dorati e dipinti secondo un’antica arte raffinata dove tutto conta: la materia di partenza - l’abete rosso della Val di Fiemme, l’acero canadese e il faggio trentino - la sgrossatura, la piallatura, l’intaglio, la temperatura di lavoro, il tipo di vernice, il numero degli strati, il tempo di asciugatura e persino la delicatezza del decoro. Il Museo dell’Azienda Salvi Harps di Piasco è il più grande al mondo ed espone le arpe del grande maestro Victor Salvi, più un excursus sugli strumenti a corda dall’antica Mesopotamia, alla Grecia, passando per l’Africa e l’Asia. Ci sono creazioni settecentesche, abbellite di angeli a foglia d’oro ed esemplari più moderni, dotati di amplificazione elettronica. La storia della famiglia Salvi comincia a Venezia, a metà del XIX secolo, quando Aldo iniziò a produrre arpe di eccelsa qualità. Il figlio Rodolfo si spostò in America, dove i nipoti Alberto, Aida e Victor diverranno arpisti internazionali. Victor deciderà poi di tornare in Italia per produrre i suoi capolavori, in Val Varaita. Qui cresce il Bosco dell’Alevé, la più grande foresta di pini cembri d’Europa e probabilmente anche la più antica, con esemplari di oltre 600 anni. Qui, il maestro poté trovare i migliori intagliatori, scultori, incisori, decoratori del mercato. Al Museo, in piccoli gruppi su prenotazione, si può scoprire l’immenso lavoro e la magia che trasforma il “pezzo di legno” in universo inaspettato di note, intaglio, decoro e passione.



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