La porta si spalanca e viene quasi da trattenere il fiato: il tempo si è fermato al 1926. La grande scala a due rampe simmetriche si srotola elegante nel centro della immensa sala. Ogni dettaglio, dai lampadari in ferro battuto e gocce di cristallo, agli specchi ottonati alle pareti, dalle grandi finestre floreali in vetro colorato e piombo, alla balaustra tutta colonne di marmo e stucchi, sino alle statue di angeli, leoni e di eleganti ninfe sparse qua e là, tutto è esattamente come dovrebbe essere nella più perfetta rappresentazione dello stile Liberty italiano. Niente è lasciato al caso, nessun angolo è rimasto spoglio, privo di una decorazione, di un gioco prospettico, di una fantasia di luci ed ombre. Persino gli interruttori della luce o i termosifoni sono inseriti in un sistema ornamentale complesso. Non c’è scenografo o famoso regista del cinema che avrebbe potuto fare meglio per rappresentare l’anima e lo spirito Belle Epoque: il Casinò di San Pellegrino Terme è l’esempio più vivo e reale dell’Art Nouveau nel nostro paese. Inaugurato nel 1907 in pieno fermento Modernista, attrezzato di ogni novità che il “progresso” aveva appena offerto al mondo (comprese l’illuminazione elettrica e il telefono), disegnato per rendere al meglio il gusto e la moda di quel periodo sognante ed esuberante, restò attivo solo per vent’anni, anche in questo rispettando la fugacità del Secolo Breve. Da quando venne chiuso, ebbe la fortuna di rimanere intoccato ed è un grande privilegio finalmente poterlo ammirare nuovamente, grazie alle visite guidate del martedì e giovedì mattina organizzate dal Comune e da Orobie Turismo. Un salto indietro di cento anni, senza neppure un grande sforzo di immaginazione.
Il Liberty di San Pellegrino Terme, Art Nouveau italiana
Testo e foto di Federica Botta e Alessandro De Rossi
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