In Barbagia, mare e montagna, fusi insieme, sanno offrire il meglio di loro. Lo sapeva bene D’Annunzio che in gioventù volle “perdersi” in questo cuore montano e marino della Sardegna, talmente inebriato dal vino locale da battezzarlo con il nome della mitica bevanda con cui Elena di Troia alleviava ogni dolore: il Nepente (Nessuna Pena). L’indimenticabile Cannonau, autoctono di queste terre, seppe ubriacare il giovane poeta solo col suo fragrante profumo e porta ancora oggi il nome che il Vate “rubò” ad Omero per la bevanda portatrice di felicità. Si può degustare alla Cantina Sociale di Oliena, che dal 1950 raccoglie i viticoltori del territorio. Offre solo uvaggi autoctoni, vinificati in rosso, in versione biologica, con metodo classico invecchiato 12 mesi (Irilai) o Riserva (Corrasi) con 6 mesi di affinamento in botte. C’è anche l’originale vinificazione in bianco, il Domina Lunae frizzante o la trasformazione in vino spumante Brut Rosè (Oro Rosa), per non dimenticare il passito da vecchi vitigni ad alberello a raccolta tardiva e appassimento in cassetta (Dionisi) e la in grappa, naturale o invecchiata in barrique
Il Nepente di Oliena
Testo e foto di Federica Botta e Alessandro De Rossi
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