In voga dalla fine dell’Ottocento, la trattoria E Parlamintè, ex covo di anarchici e intellettuali di via Mameli, era fino a pochi anni fa gestita dal corpulento oste Raffaele Dal Monte. Pareva uscito da una locanda dei Promessi Sposi. Oggi è rimasta la moglie Marta che spesso staziona al vecchio banco di legno sotto il ritratto di Andrea Costa, uno dei fondatori del socialismo in Italia e primo deputato socialista al regio parlamento. Il focoso Andrea frequentava molto il locale inondando di volute di fumo le pareti soprattutto quando parlottava con gli amici, pure loro politici. Trame e idee “rivoluzionarie” insomma, lievitavano insieme ai vapori della cucina. La trattoria insomma, era un piccolo parlamento nel cuore di Imola, E Parlamintè, appunto. Per la cronaca qualche politico il locale lo frequenta ancora. Qui non ci sono stelle Michelin ma vecchie travi di legno e mobili della precedente drogheria. Si sprofonda nell’atmosfera sanguigna dei tempi andati, annusando l’aura dei personaggi che in passato frequentavano il locale: lo scrittore Alfredo Oriani per esempio oppure Francesco Baccarini, il primo proprietario della trattoria che ha lasciato la firma a carboncino sul muro. C’è anche la data, luglio 1930. Sulle pareti della lunghissima sala, tra una portata e l’altra, potete osservare le fotografie di un’Imola nostalgica che non esiste più e poi affondare le posate nelle genuine specialità della casa preparate da Massimo: lardo di Dozza e piadina, culatello e piadina, trippa, tagliatelle al ragù, tortelli burro e salvia, cappelletti all’uso di Romagna; tutta pasta fatta in casa ovviamente, castrato, baccalà mantecato e alla griglia.
Il parlamento in trattoria
Testo e foto di Paolo Simoncelli
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