Napoli sta cambiando volto. Negli ultimi anni si è aperta al turismo diventando una delle mete più ambite anche per il turismo dei grandi numeri. Molto bene per la riqualificazione di alcune zone che in passato non erano troppo raccomandabili e per una nuova economia, male per lo smarrimento di una certa autenticità che certi fenomeni, come il turismo massificato, tendono a svilire e offuscare dietro a luoghi comuni. In questo contesto la cucina identitaria, che racconta storie e anima della città viene travolta da profumi e sapori che cercano di copiare le tradizioni ma percorrono rotte dispersive allontanandosi dalla Napoli verace.
Fortunatamente esistono porti sicuri e uno di questi è il ristorante e pizzeria Umberto, nel cuore di Chiaia, dove la cucina napoletana esprime le radici della tradizione e l’eleganza di un’interpretazione contemporanea mai troppo elaborata e fedele a sapori e consistenze partenopee. Dal 1916 la trattoria “Don Umberto” fondata da Ermelinda e Umberto è un punto di riferimento in città e mette d’accordo tutti i buongustai che vedono nella cucina napoletana un modus vivendi, a cominciare da condivisione e convivialità. Dalle polpette di ceci di Controne e gamberi, alle frittatine di pasta e la mozzarella in carrozza come antipasti, ai Paccheri di Gragnano “d’o treddeta” (soprannome di Umberto) con polipetti, olive e capperi, alla pasta e patate con provola o gli strepitosi Ziti alla genovese “ramata” tra i primi; alle polpette di Nonna Ermelinda e il calamaro ripieno tra i secondi; mentre tra i dolci il buonissimo tiramisud!
E come tradizione vuole Umberto è anche una delle pizzerie più apprezzate della città. Massimo Di Porzio, patron del ristorante pizzeria ha le idee chiare in proposito: “La tradizione è alla base di un processo storico e culturale; ben venga l’innovazione se è sinonimo di aumento della qualità. Le tecniche moderne e gli strumenti attuali consentono un lavoro più approfondito e affidabile nel processo di lievitazione che è una fase molto delicata. Stiamo parlando di cibo e va benissimo la sperimentazione in chiave evolutiva, ma non dimentichiamo alcuni punti fermi che caratterizzano la pizza: primo fra tutti la fragranza e mai la croccantezza; la pizza è per definizione morbida tant’è vero che per mangiarla fuori dal piatto ma come street food va piegata a libretto.