Castiglion Fibocchi, i figli di Bocco e le maschere barocche


Testo e foto di Paolo Simoncelli

C’era una volta un gruppetto di donne cha “salvò” un paese. E un uomo sfortunato arrivato dal Medioevo, Ottaviano Pazzi detto Bocco, in fuga da Firenze, che indicò la via. Sono tutti figli suoi oggi, a Castiglion Fibocchi. Fu una gita a Venezia di un gruppo di signore dotate di iniziativa e talento creativo, Miranda Provvedi, Pia Bonarini, Rita Iacopi, Silvana Bianchini e Simonetta Valeri, a invertire la rotta. Estasiate dalle maschere della laguna, nel carnevale del ’97 decisero di gettare nel borgo natio il seme delle maschere barocche. “Erano semplici”, racconta Pia, “povere di stoffe ma per noi sono belle come quelle di oggi”. Ottaviano della nobile famiglia Pazzi, era detto “Bocco” per la malformazione al volto, una labiopalatoschisi, il labbro leporino, che lo rendeva orrendo d’aspetto. Cacciato da Firenze, trovò pace solo nel castello di Castiglione. Per la vergogna di mostrarsi in pubblico, trascorreva l’esistenza chiuso in casa. “Senti”, gli disse la nutrice, “ti farò una maschera bellissima e faremo una festa”. Incominciò a stagliuzzare e alla fine la maschera era pronta. Gli invitati parlavano, scherzavano con quella maschera meravigliosa che nascondeva il volto dolcissimo devastato dalla malattia. Quando Bocco se la tolse rimasero increduli ma non fuggirono. “Sei una persona meravigliosa, più bella della tua maschera”. Negli anni di maschere, bellissime, grandissime, ne sono state create più o meno 300, il frutto di più di 25 anni di lavoro di un gruppo di sartine che inizia a cucire già da ottobre. Di nuove non se ne fanno più di sei-sette all’anno, opere d’arte realizzate a mano, alcune gigantesche, tanto che servono impalcature di ottone diamantato. Si cuce, si taglia, si rattoppa. C’è chi sostituisce perline, dipinge, usa la pistola da colla per attaccare fiori e pietre, sempre manipolando preziosi tessuti: broccati, sete, passamaneria fiorentina, velluti, laminati. La particolarità è che nella prima uscita le maschere non girano per il centro storico ma restano immobili nei vicoli, piazze e piazzette, sui balconcini in ferro battuto, davanti a vecchi portali. La seconda uscita invece, la penultima domenica di Carnevale, migrano tutte insieme dove viene letto il testamento e proclamata la Maschera Regina.



#eventi #toscana #CarnevaleFigliDiBocco #CastiglionFibocchi #MaschereBarocche #TradizioneItaliana #ArtiManuali #BorgoToscano #MitoDiBocco #CarnevaleStorico #ArteArtigianale #CarnevaleInItalia