L’ultimo ed unico residente del Parco Nazionale dell’Asinara è il custode del passato e della storia dell’isola degli asinelli bianchi. “Quando arrivai sull’isola la prima volta ero un ragazzino appena ventenne. E fu come se in carcere ci avessero messo a me. Avevo finito da poco l’addestramento di polizia e mai avrei pensato che mi avrebbero destinato al penitenziario di massima sicurezza più isolato d’Italia. La prima notte, vidi brillare le luci sulla costa di Porto Torres e pensai alla vita che mi stavo perdendo, alle discoteche, alle ragazze. Solo dopo ho scoperto che stavo ammirando… il petrolchimico! Ma dopo vent’anni di servizio come ispettore penitenziario, su questa che chiamano Isola del Diavolo, ma che in realtà è un paradiso di silenzio, natura, mare e vento, non sono più riuscito ad andare via. Il Mal d’Asinara m’ha preso! Qui ho conosciuto i migliori magistrati d’Italia, i giudici Falcone e Borsellino, che si sono ritirati con le famiglie a scrivere le sentenze del maxi-processo contro Cosa Nostra, dopo le minacce della Mafia. E sono diventato loro amico. Qui ho conosciuto alcuni dei più pericolosi terroristi d’Italia, brigatisti rossi o leader neofascisti, e con alcuni di loro sono diventato amico. C’erano anche pluriomicidi e anche alcuni di loro sono diventati miei amici. Il Parco Nazionale mi ha salvato, perché quando il carcere è stato chiuso nel 1998 sono rimasto a lavorare come custode di questo lembo di terra eccezionale, dove l’uomo è sempre stato in minoranza. Da allora, sono sempre stato l’unico residente fisso.” Ancora oggi Gianmaria Deriu vive in solitudine negli appartamenti vuoti del vecchio Palazzo Reale dove soggiornavano i Savoia, in compagnia, per nove mesi all’anno, solo di capre, asinelli bianchi, mufloni, pernici sarde, cavalli e cinghiali. Custode dell’anima dell’isola che custodisce la sua anima.