Testo e foto di Federica Botta e Alessandro De Rossi
Un occhio indiscreto spia dall’alto le morbide vette di pascoli e boschi. Come uno sguardo divino, osserva il mondo nella sua interezza e le opere umane nel più piccolo dettaglio. Indaga il particolare senza perdere la visione d’insieme. È così che Google Earth ha scovato, sotto la guida dei ricercatori, i misteriosi cerchi megalitici dei Monti Martani, impressionanti mura preistoriche perfettamente circolari. L’occhio elettronico ha saputo disegnare la traccia di questa Stonehenge umbra, innalzata da una civiltà indefinita, anche se completamente nascosta dalla vegetazione. A quanto pare, queste alture fresche e ventose, ricche di sorgenti minerali e termali (San Faustino, San Gemini, Amerino), erano abitate sin dal Neolitico. Ben prima quindi, dell’arrivo di Etruschi e Romani, che di falde e sorgive fecero termae e bagnum. I pascoli dove oggi si alleva la razza Chianina, sono da sempre un luogo ideale per il bestiame. Nei declivi verso valle, i Romani introdussero il famoso Sagrantino, per produrre un vino dolce di cui andavano pazzi. Da duemila anni, cresce anche l’ulivo, con una cultivar sviluppata dai primi monaci cristiani, dedicata ad uno dei primi martiri locali, San Felice. Nel Medioevo, ai tempi del Ducato di Spoleto, si sviluppò un fiorente commercio di zafferano, oggi recuperato come prodotto d’eccellenza. Ma le ciclopiche mura circolari vennero prima di tutto ciò. La storiografia ufficiale le definisce “castellieri”, qualcosa di indefinito tra un villaggio, un magazzino fortificato, un luogo di culto e una struttura difensiva. Secondo alcuni, invece, erano un osservatorio astronomico o una riproduzione della volta celeste, per comunicare con gli dei o, altri sostengono, con gli extraterrestri. Sembra siano state progettate per essere viste dalle nuvole.