Il quartiere del Quadraro costruito agli inizi del ‘900 dagli emigrati arrivati a Roma in cerca di lavoro, è uno dei pochissimi dove sopravvive lo spirito popolare. La vista dei murales s’intreccia con la vita dei romanzeschi personaggi che ci vivono, dei fantasmi che ci hanno vissuto. Siamo a due passi da Cinecittà e infatti una volta i registi venivano qui a cercare le maschere popolari da inserire nei film neorealisti. Parlava spesso di queste storie il buon Gino Scarano, il compianto, storico barbiere che ogni giorno apriva la bottega di via Dei Quintili 63, una sorta di museo della memoria. Gino era una istituzione non solo del quartiere ma di tutta Roma e così erano tanti, tantissimi i clienti. Venivano da lui per tagliarsi i capelli, farsi sbarbare, soprattutto per spararne di tutti i colori, quasi sempre col sottofondo delle nostalgiche canzoncine di Robertino, il cantante preferito del Figaro del Quadraro. Iniziò la corriera giovanissimo, nel ’47. A 7 anni mentre apprendeva il mestiere dal padre, fece addirittura la barba a Totò negli studi della Titanus. “Il Principe mi lasciò mille lire di mancia”, diceva. “Me li accartocciò in tasca. “Nascondili”, mi disse, “sennò tuo padre te li frega!” Gino ricordava sempre con piacere proprio gli inizi di carriera: “Mi allenavo sui palloncini: li spalmavo di sapone e ci passavo su col rasoio. Quanti ne ho fatti scoppiare”. Seduti sulla sedia da barbiere, i clienti più affezionati trascorrevano giorni interi a sentire i suoi racconti. La vicinanza con Cinecittà infatti ha permesso a Gino di incontrare gli straordinari attori coi quali aveva stretto rapporti d’amicizia: Fabrizi, Mastroianni, De Sica, Sordi. Oggi che Gino non c’è più, la saracinesca è tristemente abbassata. La figlia Tiziana sta facendo di tutto per riaprire: un giorno alla settimana, uno al mese, chissà, la vecchia bottega, anima del Quadraro, potrebbe diventare un museo. Per il momento è tutto in divenire. Basta però una telefonata e lo scrigno della memoria si apre. Subito parte Per un bacio piccolissimo di Robertino. Oppure è la buonanima di Gino a cantare. Col microfono e il vecchio amplificatore Korg che teneva accanto a forbici e rasoi.
Gino Scarano, la bottega della memoria al Quadraro di Roma
Scritto il 04/12/2024
Testo e foto di Paolo Simoncelli
#Ispirazioni #lazio #GinoScarano #Quadraro #MemoriaStorica #Roma #Barbiere #Cinecittà