Dalida

Scritto il 06/03/2025

 


A Serrastretta affondano le radici di Iolanda Cristina Gigliotti, in arte Dalida, una delle più grandi interpreti della musica pop internazionale tra gli anni ’60 e ’80. Nasce in Egitto da Pietro e Giuseppina, entrambi originari di Serrastretta. La sua è una storia di bellezza e talento, dolore e sofferenza. Il successo è certificato da più di 140 milioni di dischi venduti, dal primo disco di diamante vinto nel 1981 e creato per lei. Dischi, fotografie, poster, scritti raccontano la sua vita nella Casa Museo, che si trova in paese. Il successo trasforma corpi e anime in icone che l’immaginario collettivo cristallizza in simboli di fortuna e benessere ma la storia di Dalida insegna l’esatto contrario. Il 5 aprile del 1962 Dalida torna a Serrastretta e tutto il paese l’accoglie come una regina con le finestre addobbate con coperte e tappeti come quando passa la processione della Madonna. Pioggia e vento non frenano la folla paesana che si stringe intorno alla star felice di tornare nel luogo delle sue radici. Rimarrà un giorno memorabile per l’intera comunità. E lei non perderà mai occasione di sottolineare con orgoglio le sue origini così come avvenuto qualche anno dopo in TV, durante il seguitissimo programma “Johnny Sera” condotto da Johnny Dorelli, quando svela il suo nome di battesimo “Iolanda Gigliotti” precisando “calabrese di Serrastretta”, e poi canta La Calabrisella e Ciucciu Bellu.



Milioni di dischi venduti non hanno mai alleviato ferite profonde come l’oftalmite che a soli 4 anni la costrinse bendata per oltre un mese causandole lo strabismo di Venere. L’unico sollievo era il suono del violino del padre (primo violino dell’Opera del Cairo) che però fu fatto prigioniero per motivi politici e scomparse dalla sua vita per tre anni. Fu un abbandono drammatico. E drammatico fu il ritorno di un uomo ammalato nel corpo e nella mente, irriconoscibile e violento. Gli altri uomini della sua vita, marito e compagno, muoiono suicidi. Disperata per la morte di Luigi Tenco con cui aveva cantato a Sanremo (1967) Ciao Amore, ciao, torna a Parigi nell’albergo dove aveva dormito col cantautore e prova a togliersi la vita ma viene salvata da una cameriera. Anni di successi e notorietà non guariranno i suoi tormenti interiori. Il 2 maggio 1987 torna nella sua casa a Montmartre, va a dormire ingoiando una manciata di barbiturici accompagnati dall’ultimo bicchiere di whisky. Per la prima volta da quando era bambina spegne la luce vincendo la paura del buio, abbandonandosi alla morte. Sul comodino le ultime sue parole: “La vita mi è insopportabile. Perdonatemi.”



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