Cervia, il sale degli Etruschi


Testo e foto di Paolo Simoncelli

Sotto la canicola d’agosto un gruppetto di salinari sdoppiati dai riflessi dell’acqua armeggia con gli attrezzi del mestiere. Gesti scampati all’oblio grazie a personaggi dai garretti d’acciaio, a volte coi pancioni prominenti, ex salinari o figli di vecchi salinari che hanno deciso di perpetuare i segreti del mestiere. Poteva finire tutto nel ’59 quando a Cervia la produzione del sale passò da artigianale o a raccolta multipla, a industriale, cioè a raccolta unica. Fino ad allora erano quasi 150 le saline. È rimasto solo un luogo oramai dove il sale dolce di Cervia viene estratto con una lavorazione interamente manuale: la salina Camillone. Si tratta di un presidio Slow Food con percentuali minime di solfato di magnesio, sodio e potassio, privo del retrogusto amarognolo di altri tipi di sale. La catena di produzione segue ritmi perduti, un salto nel tempo, forse fino agli Etruschi. La raccolta va in scena da metà giugno ai primi di settembre, a seconda dei capricci del clima. Se piove salta tutto. Il sale dei bacini salanti viene spinto verso gli argini col ghevar, il lunghissimo bastone di legno. Formatisi i mucchietti, i vidèl, il sale viene raccolto nella panira, il paniere e trasportato fino all’aia, cioè al punto di raccolta, spingendo le stanghe del cariol, una carriola dal grosso rullo simile all’automobilina dei cavernicoli Fred e Barney. Gli attrezzi sono di legno, gli stessi che si usavano secoli fa, al tempo di Cervia Vecchia. Unici spettatori gruppi di fenicotteri che rimescolano il fango coi becchi. A volte qualche airone bianco si posa sulla punta di una garèta, la torretta rotonda di cemento armato dove un tempo i finanzieri pattugliavano i punti strategici per prevenire i furti in salina. La stagione della raccolta finisce quando la canicola se ne va. Durante il grigio inverno la Camillone verrà “affondata”, cioè allagata per proteggere il soffice limo dalle piogge. A giugno il bianco accecante tornerà a brillare sotto il sole. Appare già in lontananza, come un miraggio alla latitudine sbagliata.



#consigli #maniegenio #emiliaromagna #Cervia #SalinaCamillone #SaleDolce #Tradizione #Etruschi #SlowFood #Cultura #Natura #Sostenibilità #StoriaDelSale