Stoccafisso all’anconitana



Se volete cucinarlo all’anconitana, con uno strato di patate adagiate su un letto di cannucce di fiume, dovete seguire la ricetta codificata dall’Accademia dello Stoccafisso, che ha addirittura certificato la preparazione tradizionale. Ma se non avete voglia di mettervi ai fornelli, potete assaggiarlo con uno dei soci ristoratori della città che lo presentano già bello e pronto. Il legame tra lo stoccafisso e l’Italia è datato indietro sino al 1432, anno del naufragio di un mercante veneziano alle isole Lofoten, dove venne scoperto il prezioso pesce duro come legno, che si conserva da solo. Sarà stato forse il suo secondo, Cristoforo Fioravanti, anconetano, a trasportalo in città o forse i continui scontri tra le due Repubbliche marinare, fatto sta che oggi, assieme a Venezia, Vicenza, la Liguria e Napoli, Ancona importa il 90% della produzione delle isole Lofoten! Dal mare, ovviamente, arrivano anche altri piatti imperdibili: i moscioli di Portonovo (cozze) presidio SlowFood, le raguse (conchiglie di mare) e i sardoni alla scottadito.



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